Insonnia fatale familiare
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Che cos’è e come si manifesta l’insonnia fatale familiare?
- L’insonnia fatale familiare (FFI) è una malattia degenerativa del cervello appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi. A causa di un difetto genetico, questi pazienti presentano alterazioni strutturali di particolari proteine, chiamate prioniche. L’accumulo nel tessuto cerebrale di queste proteine, resistenti alla degradazione, causa la degenerazione e la morte dei neuroni, in particolare di quelli del talamo, una complessa struttura nervosa posta al centro del cervello che tra le altre cose regola l’orologio biologico, ovvero l’alternanza di sonno e veglia. Nella maggior parte dei casi quindi il primo sintomo è proprio l’insonnia. Altri sintomi possono includere attacchi di panico, fobie, perdita di peso, mancanza di appetito e una temperatura corporea troppo bassa (ipotermia) o troppo alta (ipertermia). Possono verificarsi anche ulteriori disturbi, come pressione alta, episodi di iperventilazione, sudorazione e salivazione eccessiva. Con il progredire della malattia si presenta atassia, allucinazioni, delirio e decadimento cognitivo, fino alla morte. L’età di esordio varia dai 35 ai 60 anni e il decorso della malattia varia da alcuni mesi a 2-3 anni.
Come si trasmette l’insonnia fatale familiare?
- L’insonnia fatale familiare (FFI) si trasmette da una generazione all’altra con modalità autosomica dominante: un genitore con la mutazione ha una probabilità su due di trasmettere il gene mutato a ciascuno dei propri figli. La mutazione genetica riguarda il gene PRNP situato sul cromosoma 20, che codifica per la proteina PrP. Secondo recenti sviluppi, la proteina prionica è parte del recettore per il sistema GABA-ergico: l'ipotesi è che sia coinvolto nell'attivazione del tono inibitorio, in mancanza del quale i neuroni talamici rimarrebbero in condizioni di costante iper-attività, fino all’esaurimento funzionale e alla necrosi. Mutazioni diverse dello stesso gene sono alla base delle forme familiari della malattia di Creutzfeldt-Jakob e della sindrome di Gerstmann-Sträussler-Scheinker.
Come avviene la diagnosi dell’insonnia fatale familiare?
- In pazienti che presentano un quadro clinico sospetto è possibile effettuare una polisonnografia, un esame funzionale che permette di registrare contemporaneamente l’attività elettroencefalografica, muscolare, cardiaca e respiratoria durante il sonno. Con la tecnica Pet (tomografia ad emissione di positroni) è possibile generare delle bioimmagini in grado di evidenziare un’alterazione dell’attività nelle specifiche aree cerebrali colpite, come il talamo. Il sospetto clinico viene confermato poi dall’analisi genetica.
Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per l’insonnia fatale familiare?
- Ad oggi non esiste un trattamento risolutivo. Tuttavia, la ricerca è in corso e alcuni possibili trattamenti sono in via di sviluppo. In Italia, ad esempio, è in corso uno studio clinico decennale finanziato da Fondazione Telethon sull'impiego dell'antibiotico doxiciclina.
Ultimo aggiornamento
10.03.22
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