Studio dei danni al DNA e dei meccanismi di invecchiamento cellulare per identificare nuovi bersagli terapeutici per la malattia di Kennedy

  • 2 Anni 2024/2026
  • 160.000€ Totale Fondi

Questo progetto è stato approvato per il finanziamento - è ancora in corso la procedura di attivazione amministrativa

La malattia di Kennedy, nota anche come atrofia muscolare spinale e bulbare (SBMA), è una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare, associata a difficoltà nella deambulazione e nella deglutizione. Oltre che con debolezza muscolare, la malattia si manifesta (in età adulta e in individui di sesso maschile) con contrazioni involontarie dei muscoli, crampi o tremori. La malattia è causata dall'espansione di un piccolo tratto composto da ripetizioni di un componente fondamentale delle proteine, cioè la glutammina (Q), in un fattore, il recettore degli androgeni (AR), che determina la produzione di un AR con un numero di Q troppo lungo. Questa mutazione colpisce quei neuroni che controllano il movimento volontario (motoneuroni) stimolando i muscoli scheletrici. Sia i motoneuroni sia i muscoli degenerano progressivamente con l’età. Questo studio si basa su un'idea emersa negli ultimi anni grazie alle analisi condotte in modelli di malattia, sia cellulari che animali, che mimano la malattia umana. Il gruppo di ricerca ha scoperto che l'AR mutato provoca danni al DNA, la molecola chiave che immagazzina le nostre informazioni genetiche, inducendo così un invecchiamento precoce delle cellule. L’obiettivo di questa ricerca è studiare l’attivazione di questi processi, chiarire come e perché vengono attivati e testare l’efficacia di farmaci già in uso per il cancro alla prostata (causato anch’esso da mutazioni dell’AR) per lo sviluppo di potenziali approcci terapeutici per le persone con malattia di Kennedy.

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