Studio del ruolo dell’autofagia nella fibrodisplasia ossificante progressiva
- 1.3 Anni 2024/2025
- 50.000€ Totale Fondi
Questo progetto è stato finanziato grazie al Bando Seed Grant dall'Associazione Fibrodisplasia Ossificante Progressiva.
La fibrodisplasia ossificante progressiva (FOP) è una malattia genetica rara caratterizzata da fenomeni di ossificazione eterotopica, cioè dalla formazione anomala di tessuto osseo all’interno di muscoli e tessuti molli, quali tendini e legamenti. La malattia è autosomica dominante: è cioè sufficiente che sia mutata una delle due copie del gene responsabile perché si manifesti la malattia. La causa genetica della FOP è una mutazione a carico del gene ACVR1, che codifica per una proteina con funzione di recettore che, nella forma mutata, favorisce l’incontrollata attivazione del recettore che nel tempo porta al processo di ossificazione anomala progressiva. I meccanismi molecolari alla base di questi processi non sono ancora del tutto noti. Studi recenti hanno permesso di identificare un legame fra ossificazione, ambiente ipossico (povero di ossigeno, tipico di tali tessuti e del processo di ossificazione) e l’autofagia, un processo cellulare che permette alle cellule di riciclare materiali ed importante per tantissime altre funzioni cellulari. È stato dimostrato che l’ipossia favorisce l’attività del recettore ACVR1 mutato, contribuendo ulteriormente al processo di ossificazione eterotopica. Il precedente progetto seed grant (https://www.telethon.it/cosa-facciamo/ricerca/progetti-finanziati/nuovi-bersagli-molecolari-per-la-fibrodisplasia-ossificante-progressiva-la-via-autofagica-coinvolta) ha permesso di dimostrare che vi è un’alterazione dell’autofagia in modelli cellulari di FOP, che contribuisce all’attivazione anomala del recettore mutato e, di conseguenza, all’ossificazione non controllata. L’obiettivo di questo progetto è approfondire i meccanismi molecolari che portano all’alterazione dell’autofagia nella FOP e al processo anomalo di ossificazione, al fine di identificare nuovi bersagli molecolari e, potenzialmente, nuove terapie.