Studio molecolare e funzionale del ruolo di TMEM151a nella patogenesi dei disturbi parossistici
- 2.5 Anni 2023/2026
- 250.000€ Totale Fondi
Questo progetto è stato finanziato grazie al Bando Congiunto Fondazione Cariplo e Fondazione Telethon 2022
La discinesia chinesigenica parossistica è un disturbo del movimento di origine genetica, caratterizzato da brevi e frequenti attacchi di movimenti incontrollati, scatenati da spaventi o da improvvisi movimenti volontari. La frequenza elevata di questi attacchi ha un impatto rilevante sulla qualità della vita dei pazienti, che nella grande maggioranza sono bambini e adolescenti. Recentemente è stato dimostrato che le mutazioni nel gene TMEM151A possono causare questa patologia, che spesso può associarsi anche a convulsioni infantili. Al momento le conoscenze sulla proteina prodotta dal gene TMEM151A sono ancora troppo scarse: sappiamo soltanto che è localizzata nel cervello. I gruppi di ricerca dell’Università di Genova che hanno elaborato questo progetto hanno una lunga esperienza sui disturbi parossistici e le loro ricerche hanno contribuito significativamente alla comprensione della funzione della proteina PRRT2 nel cervello, anch’essa coinvolta in queste patologie. Nello specifico, questo progetto ha lo scopo di identificare il ruolo di TMEM151A nel cervello, sia dal punto di vista fisiologico che patologico. I ricercatori studieranno la distribuzione di TMEM151A nel cervello, partendo da macroaree del tessuto cerebrale fino al livello delle cellule che lo costituiscono. Successivamente, gli studi si focalizzeranno sulla identificazione di altre proteine che affiancano TMEM151A nei meccanismi molecolari importanti per la funzione delle cellule. Queste scoperte permetteranno di capire “dove” e “con chi” la proteina agisce, requisiti fondamentali per definire il “come”. Quest’ultimo aspetto verrà studiato in modelli cellulari della patologia, cioè in assenza di TMEM151A: questo permetterà, attraverso tecniche all’avanguardia, di studiare direttamente cosa accade nelle cellule del cervello (i neuroni) nell’ambito della patologia. Queste conoscenze saranno fondamentali per individuare potenziali bersagli e, quindi, nuove terapie farmacologiche che permettano di migliorare la qualità della vita dei giovani pazienti.