Antonella Lauri
Nata a Napoli il 22 agosto 1984, Antonella Lauri si è laureata in Biotecnologie mediche nel 2008 presso l’Università Federico II di Napoli (Italia). Nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca internazionale in Biologia dello sviluppo e dell’evoluzione presso l’EMBL, sede di Heidelberg (Germania). Studiando diversi organismi acquatici, le sue prime ricerche, si sono focalizzate sull’identificazione di geni e meccanismi cellulari e molecolari che regolano lo sviluppo degli organismi ed in particolare del sistema nervoso. Antonella ha identificato una delle forme più antiche del fattore neurotrofico, chiave per lo sviluppo del nostro cervello. Successivamente Antonella ha condotto un post-dottorato presso l’Helmholtz Zentrum Munich (HMGU) e l’ospedale Klinikum rechts der Isar dell’Università Tecnica di Monaco (TUM, Germania), entrando a far parte nel 2014 di un programma competitivo diretto a giovani ricercatori di talento con capacità di leadership in campo biomedico. Antonella ha impiegato pesci d’acqua dolce per studi neurocomportamentali e per la messa a punto di metodologie genetiche e di neuroimaging non invasivo. I risultati scientifici e le tecnologie sviluppate sono stati pubblicati in riviste rinomate.
Dalla fine del 2018 Antonella è rientrata in Italia in qualità di ricercatore senior presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù (OPBG), risultando poi vincitrice di un programma di mobilità finanziato dall’EU con sigillo di eccellenza. Tra il 2020-2022 questo progetto da lei coordinato ha mirato a trasferire le conoscenze acquisite e le metodologie messe a punto all’estero, allo scopo di ricercare le cause di malattie rare del neurosviluppo, orfane di diagnosi e cura. Oggi Antonella è dirigente di ricerca e Principal investigator presso l’Unità di Genetica molecolare e genomica funzionale, laboratorio zebrafish dell’OPBG. La sua ricerca attuale è fondata proprio sull’impiego ottimale del piccolo pesce zebrafish, che consente indagini dei processi dell’embriogenesi in maniera non invasiva. Il suo studio mira alla generazione di modelli in vivo di disordini del neurosviluppo che manifestano malformazioni cerebrali di grado variabile e/o aspetti neurodegenerativi, per comprenderne le cause e quindi identificare possibili target terapeutici.
Sono motivata dalla sete di scoprire i principi fondamentali della genetica e della biologia che da più di 600 milioni di anni regolano finemente le fasi delicate dello sviluppo embrionale e in particolare del cervello in tutti gli animali. Molti di questi processi “antichi”, spesso nascosti dietro un’eclatante diversità di forme, se alterati, sono alla base di malattie dello sviluppo ancora poco conosciute. L’’ignoranza di tali meccanismi lascia pazienti e famiglie senza una risposta né un futuro e questa consapevolezza, oltre alla curiosità, rende per me la ricerca un obbligo esistenziale. A tale proposito, credo che la giusta intuizione e il coraggio di un approccio innovativo, accompagnati da scambio tra discipline e impegno scrupoloso di un team curioso e collaborativo, costituisca la ricetta vincente.