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Che cos'è e come si manifesta la sindrome da deficit di GLUT1?

La sindrome da deficit del trasportatore del glucosio, o malattia di De Vivo, è una malattia genetica rara che compromette il normale transito del glucosio dal sangue al cervello. Questo si traduce nell’assenza o in una forte riduzione del glucosio a livello encefalico, con conseguenze gravissime sull’organo. I sintomi sono numerosi e variano da un paziente all’altro: alcuni possono essere costanti (come le difficoltà cognitive e motorie), altri saltuari (come le crisi epilettiche o il mal di testa). Non tutti i pazienti presentano tutti i sintomi o hanno la stessa gravità o frequenza. Le manifestazioni più caratteristiche sono epilessia farmaco-resistente, deficit cognitivi, disturbi del movimento e del comportamento. La forma classica della sindrome si riscontra durante il primo anno di vita, manifestandosi con ritardo dello sviluppo, alterato controllo motorio e rallentamento nella crescita del cranio. In genere, le crisi epilettiche insorgono tra le tre settimane e i quattro mesi di vita, accompagnate da spasmi alle braccia o gambe, pallore, movimenti oculari anomali e sguardo assente. Il bambino può anche avere problemi di equilibrio e coordinazione (atassia), confusione, mal di testa o disturbi del sonno. Tutti i bambini tendono a sviluppare problemi motori, tra cui atassia e spasticità.

Come si trasmette la sindrome da deficit di GLUT1?

Nella maggior parte dei casi, la malattia si associa a una mutazione del gene SLC2A1 e si trasmette dai genitori ai figli come carattere autosomico dominante: questo significa che non esistono portatori sani e che per manifestare la malattia basta ereditare una copia difettosa del gene da uno dei genitori (che in alcuni casi, pur avendo la mutazione, presentano solo un quadro clinico lieve). Circa la metà dei casi di deficit di GLUT1 avviene per mutazioni de novo del gene SLC2A1, non ereditate cioè dai genitori.

Come avviene la diagnosi della sindrome da deficit di GLUT1?

La diagnosi precoce è fondamentale per iniziare la terapia durante le prime fasi di sviluppo del cervello. Per una corretta diagnosi, è importante conoscere i sintomi, che tuttavia sono simili a quelli di altre malattie. Quando, per via dei sintomi, si sospetta un deficit di GLUT1, deve essere eseguita una puntura lombare a digiuno: se le concentrazioni nel fluido spinale di glucosio (e talvolta lattato) sono inferiori al normale, questi risultati supportano il sospetto clinico e giustificano la diagnosi di sindrome da deficit di GLUT1. L’analisi genetica, se positiva, evidenzierà una mutazione genetica nel gene SLC2A1 e confermerà la diagnosi. Ad oggi sono in corso studi per poter effettuare una diagnosi con un semplice test ematico.

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per la sindrome da deficit di GLUT1?

Attualmente non esiste una cura per la sindrome da deficit di GLUT1; tuttavia esistono trattamenti efficaci che aiutano a nutrire il cervello in crescita e possono prevenire e controllare molti sintomi. La dieta chetogenica (con un protocollo iper-lipidico, normo-proteico e ipo-glucidico) è l’attuale standard di trattamento: tale regime alimentare stimola la produzione di corpi chetonici che, attraversando la barriera emato-encefalica, vengono utilizzati come fonte di energia dal cervello. In questo modo è possibile controllare efficacemente la maggior parte delle crisi epilettiche e migliora i disturbi del movimento in circa i due terzi dei pazienti con il deficit di GLUT1. Per i pazienti che seguono una dieta chetogenica vi è anche evidenza di benefici cognitivi; la maggior parte dei genitori riferisce inoltre un miglioramento notevole nei livelli di energia, di equilibrio, di coordinazione e di concentrazione Il protrarsi di uno stile alimentare forzatamente iperproteico iper-lipidico puo’ pero’ causare danni a livello epatico e renale, innalzando inoltre molti dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. I farmaci antiepilettici spesso non sono efficaci, sebbene alcuni pazienti sperimentino un controllo delle crisi migliorato con un singolo farmaco anti-epilettico. L’acido valproico e il fenobarbitale che vengo spesso utilizzati come farmaci antiepilettici nelle comuni epilessie potrebbero peggiorare il trasporto del glucosio nei pazienti con deficit di GLUT1.

Ultimo aggiornamento

15.07.20

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