Sottolineare l’urgenza e l’importanza del supporto alla ricerca scientifica, ma anche dell’assistenza a pazienti e famiglie: è l’obiettivo della settimana dedicata a queste malattie tanto complesse.
«Cresce sempre di più l'interesse sul funzionamento dei mitocondri. I misteri che si celano dietro questi organelli potrebbero essere una delle chiavi per contrastare il processo di invecchiamento e malattie neurodegenerative sempre più diffuse, come l’Alzheimer o il Parkinson. Confidiamo nei progressi della scienza perché si possa avanzare velocemente verso la scoperta di cure per le malattie mitocondriali, che, siamo certi, hanno un’incidenza superiore rispetto al numero dei casi confermati da una diagnosi genetica». Parola di Marco Marmotta, presidente dell’organizzazione di pazienti Mitocon, che insieme a International Mito Patient-IMP ha dato vita alla Settimana mondiale di sensibilizzazione sulle malattie mitocondriali, quest’anno dal 19 al 25 settembre.
«Il fenomeno della pandemia da Sars-Cov-2 - prosegue Marotta - ha reso universale un’esperienza purtroppo comune alle famiglie di pazienti con malattie mitocondriali, che combattono ogni giorno contro un nemico infido e molto poco conosciuto, spesso costretti a una dimensione di isolamento sociale a causa della loro fragilità e della difficoltà di far comprendere la propria situazione. Le malattie mitocondriali hanno un impatto devastante sulla vita di chi ne è colpito e su quella dei loro familiari. La Settimana mondiale delle malattie mitocondriali viene incontro a questo bisogno di attenzione per sottolineare l’urgenza e l’importanza del supporto alla ricerca scientifica, ma anche dell’assistenza e del supporto a pazienti e famiglie».