Sconfitto dalla malattia, Roberto non si è arreso e ha deciso di destinare un lascito a Telethon per far sì che chi combatte con una malattia genetica possa avere una speranza.
Quando il corpo non funziona più e le forze ci abbandonano, il pensiero vola tra il passato e il futuro, tra i rimpianti e i sogni ancora non realizzati.
È ciò che è accaduto a Roberto e che accade a tutti coloro che capiscono che la vita sta scivolando tra le loro dita. Ed è stato proprio quello il momento in cui Roberto ha capito di voler lasciare un segno, far sì che la sua esperienza fosse d’aiuto per qualcun altro: così ha deciso di devolvere a Fondazione Telethon parte dei suoi averi, attraverso un lascito testamentario
È la sorella Anna Teresa che racconta il pensiero di Roberto che lo ha portato a fare questo gesto di grande generosità: «Con lui non sono riusciti a trovare una cura efficace, ma mio fratello aveva fiducia nella ricerca scientifica e sapeva che, con il giusto sostegno economico, potrebbe cambiare la vita di tante persone».
Un lascito testamentario è una modalità di donazione che si ispira proprio a questa idea: la vita è fatta di opportunità, alcune a portata di mano, altre che sembrano ancora irraggiungibili, ma è solo questione di tempo. Per chi ha esaurito il suo tempo, rimane la speranza di contribuire ad accelerare il futuro e far sì che altri possano catturare quell’opportunità che a loro è mancata.
A tre anni di distanza dalla morte di suo fratello Roberto, Anna Teresa ne parla ancora con molta tenerezza: se dovesse descriverlo con poche parole non esita a descriverlo come «una buonissima persona, sensibile verso le persone fragili, benvoluto da tutti e con tanti amici che gli volevano bene, alcuni dei quali lo hanno seguito con dedizione durante tutta la sua malattia». Il gesto di Roberto per lei non è altro che la prova che non era solo l’amore di sorella a farlo apparire così buono, perché lo era davvero. Si sa che tra fratello e sorella c’è sempre un rapporto complesso, fatto di contraddizioni. Tra i silenzi, solo con lo sguardo, a volte ci si riesce a capire; altre volte la distanza e il tempo sembrano dividere ma, in realtà, rimane comunque un legame profondo, che non ci lascia mai.
Anna Teresa si è sposata a 21 anni, quando il fratello ne aveva solo 7. Hanno vissuto praticamente tutta la vita separati da 60 km di strade, lei a Faenza, lui a Granarolo Emilia: Anna Teresa racconta che «in fondo, non ci siamo mai conosciuti tanto». Come a volte accade, le vicissitudini della vita li hanno tenuti a distanza, impedendo di vivere il loro rapporto pienamente. Sono riusciti a frequentarsi solo nel 2015, ma un anno dopo a Roberto è stato diagnosticato un tumore all’intestino. Purtroppo, le terapie non sono state sufficienti a salvarlo perché il tumore era già troppo ramificato.
Anna Teresa ricorda quel giorno in ospedale, quando i medici hanno comunicato a suo fratello questa notizia. In quel momento, dice, «mi sono sentita gelare il sangue, e non riesco a immaginare quali possano essere stati i suoi sentimenti». Quando Roberto è morto, nel 2018, a 55 anni, Anna Teresa ha portato avanti il progetto da lui indicato con il lascito testamentario e si è rivolta a Fondazione Telethon: «Anche se la sua malattia non era genetica, ha lasciato scritto espressamente che voleva contribuire a finanziare enti che si occupano di promuovere la ricerca scientifica - racconta Anna Teresa - e mio fratello era una persona riflessiva, ha valutato con cura e ha scelto Telethon, oltre ad un altro Istituto».
Il lascito è il modo con cui Roberto ha voluto sconfiggere la sua malattia, il modo per far sì che «altri non si sentano dire, come è successo a lui, che non c’è speranza».