In 30 anni di partnership la Fondazione ha raggiunto grandi risultati nella ricerca per le cure delle malattie genetiche rare. Grazie a tutti i donatori che l’hanno sostenuta e ad alcuni dei protagonisti della banca.
Una storia di successi. Il lungo e appassionato rapporto di collaborazione tra Fondazione Telethon e Bnl Gruppo Bnp Paribas rappresenta un esempio straordinario nel panorama del sostegno privato alla ricerca scientifica. Una sinergia che ha pervaso nel profondo l’organizzazione del Gruppo bancario e che coinvolge da sempre tutti i suoi dipendenti, che si riflettono nella missione della Fondazione.
Abbiamo chiesto ad alcuni di loro di parlarci della loro personale esperienza con e per Telethon, ognuno rispetto al ruolo svolto.
«Non mancherà mai il mio impegno nell’affiancare la ricerca scientifica per la cura delle malattie rare. Impegno che come ogni anno condivido con le aziende che non fanno mai mancare il loro contributo a Fondazione Telethon! L’ambizione è quella che nessun bambino sia lasciato senza futuro. “I Want you for Telethon!”» ci racconta Alberto Bordogna della Divisione Corporate Bnl Gruppo Bnp Paribas. Conosciamolo meglio.
Si presenti…
«Sono Alberto Bordogna, dopo alcune esperienze lavorative in diversi Istituti di varia dimensione e su territori che vanno dalla Lombardia alla Sicilia, poco meno di 20 anni fa sono approdato in Banca Nazionale del Lavoro, per la quale ho lavorato in diversi Centri Corporate in Emilia-Romagna».
Si ricorda la prima volta che ha sentito parlare di Fondazione Telethon?
«Mi ricordo che da subito mi era stata indicata, tra le attività del Responsabile della Relazione, anche la gestione della collaborazione con Telethon che all’epoca, sinceramente, conoscevo solo per la maratona televisiva».
Ha un ricordo particolarmente significativo della sua personale esperienza accanto a Fondazione Telethon?
«Qualche anno fa era stata organizzato un meeting a Bologna al quale erano stati invitati dei clienti. Oltre ai rappresentanti di Telethon era presente una mamma che portò la sua testimonianza rispetto alle difficoltà quotidiane nella gestione del figlio di dieci anni affetto da una malattia genetica. L’amore e la tenerezza che sprigionavano dalle sue parole mi colpirono molto».
Se dovesse definire con un aggettivo il suo personale legame con Fondazione Telethon quale utilizzerebbe?
«Non penso a Telethon con un aggettivo ma con uno slogan “nessun bambino deve essere dimenticato e restare indietro!”».
Cosa ha unito e unisce ancora, secondo lei, Bnl e Fondazione Telethon?
«Reputo che la collaborazione con Telethon si annoveri di diritto tra le iniziative che maggiormente “valorizzano” Bnl. È un segnale importante sapere che una Banca Internazionale, e tutti i suoi collaboratori, spenda tante energie per sostenere le attività scientifiche di una Fondazione così importante per la lotta alle malattie genetiche rare, riuscendo inoltre a coinvolgere i clienti».
Che emozioni le suscita ripensare a tutti i grandi risultati che Bnl e Telethon hanno conseguito in questi 30 anni di collaborazione?
«Il pensiero che mi sorge spontaneo riguarda proprio la possibilità che la vita ti offre, costantemente, per aiutare chi ha bisogno. Ecco, questa bella e importante collaborazione ne è una dimostrazione chiarissima».
C’è un’idea che proporrebbe per rendere ancora più vincente questa collaborazione?
«Penso che la sinergia Telethon-Bnl sia già vincente visto i risultati della raccolta ottenuti nel corso di questi anni. Un’idea, che è marginale rispetto alle tante iniziative che si fanno, è quella di creare una lotteria per chi fa le offerte tramite il bancomat. Sulla ricevuta dovrebbe risultare stampato un numero collegato ad una estrazione a premi che potrebbe svolgersi in occasione della maratona televisiva. Ad esempio, potrebbe essere messa in palio una bicicletta elettrica per lanciare anche un messaggio di sostenibilità».
C’è qualcosa di Fondazione Telethon che vorrebbe sapere o che ancora non conosce?
«Penso di conoscere abbastanza ma ogni volta che entro nel sito di Telethon scopro sempre qualcosa di nuovo».
Cosa direbbe a un amico o a un parente per convincerlo a sostenere Fondazione Telethon?
«I miei amici e parenti conoscono il mio impegno sociale in generale. Con i colleghi tendo sempre ad affermare il concetto che il sostegno a Telethon non deve essere limitato al solo mese di dicembre ma proseguire per tutto l’anno. Un invito che va sempre rivolto anche ai nostri clienti».