Nazzarena Franco, CEO dell’azienda, racconta la collaborazione con la Fondazione per sconfiggere le malattie genetiche rare.
Viviamo indiscutibilmente in un’era di globalità. Mai come negli ultimi decenni il mondo si è “rimpicciolito”, le distanze si sono accorciate rendendo tutto, o quasi, raggiungibile agevolmente. Uno degli indizi di questa rivoluzione è la velocità con cui siamo in grado di spedire e ricevere merce da ogni continente. Artefice di questa evoluzione è anche DHL Express, operatore mondiale leader nel trasporto espresso internazionale. Una realtà presente in molti paesi del mondo che anche quest’anno ha messo a disposizione i propri mezzi e la propria competenza per sostenere la Maratona Telethon di dicembre. Un’esperienza e una collaborazione giunta al giro di boa dei cinque anni, con grande soddisfazione reciproca, come ci conferma Nazzarena Franco, CEO di DHL Express Italia dal marzo del 2019.
Per molte persone nel mondo il nome DHL significa avere la possibilità di tradurre un desiderio in realtà. Una bella formula per accostare la vostra azienda a Telethon. Come è avvenuto l’incontro con la Fondazione e come è articolata la vostra collaborazione?
«Per risponderle parto da una premessa che reputo efficace».
«Seppur su versanti molto diversi, ci accomuna la volontà di creare una rete di competenze, innovazione ma soprattutto umanità intorno all’obiettivo di migliorare la qualità della vita di molte persone. Le nostre attività di responsabilità sociale d’impresa si articolano in tre filoni, “GoHelp” , “GoGreen” e “GoTeach” . Il supporto a Telethon si collega direttamente al primo aspetto, ovvero al sostegno che DHL destina ad iniziative di natura sociale. Nel caso della Fondazione, rinnoviamo questo appuntamento all’insegna della solidarietà e della lotta alle malattie genetiche oramai da cinque anni. DHL è partner di Telethon per le campagne di piazza, occupandosi, come nel caso dell’ultima maratona di dicembre, della consegna dei cuori di cioccolato in 3.500 piazze italiane. Inoltre, quest’anno, abbiamo donato i cuori di cioccolato ai nostri dipendenti perché crediamo nella formula del regalo che porti in sé non solo il valore intrinseco dell’oggetto ma rechi anche un messaggio solidale. I fondi dell’intervento che DHL ha svolto al fianco di Telethon sono stati destinati a sostenere il progetto “Andare lontano”».
Come viene vissuto all’interno dell’azienda il sostegno a Telethon?
«Devo dire molto bene. Poco prima della maratona di dicembre abbiamo realizzato uno scatto che ritraeva me e altri colleghi impegnati in questa operazione da diffondere via social. In quella occasione mi sono resa conto dell’entusiasmo e della partecipazione che questa iniziativa genera in tutto il nostro gruppo. L’intero periodo della maratona è molto sentito, condiviso all’interno dell’azienda e attraverso i canali social, anche per rispondere all’hashtag #presenti all’appello. Si tratta veramente di un lavoro di squadra, che ci vede impegnati in maniera coesa. Ognuno, nella sua funzione, si sente portatore del messaggio e del contributo offerto a sostegno della ricerca scientifica, e questo ci rende anche particolarmente orgogliosi».
Voi siete un player internazionale leader nel settore della logistica. Quanto è importante la sostenibilità e l’apertura verso la collettività per un’azienda come la vostra?
«Il tema della sostenibilità, seppur a volte inflazionato, per noi è e rimane un riferimento di punta di tutta la nostra operatività. I tre “Go” che ho citato in precedenza sono stati elaborati nel 2008, e oggi caratterizzano a fondo l’identità della nostra azienda. Con “GoTeach” ci occupiamo di sostenere progetti nell’ambito dell’insegnamento e dell’educazione, mentre con “GoGreen” perseguiamo obiettivi di salvaguardia ambientale, partendo dai nostri stessi edifici e dalla mitigazione degli impatti prodotti dalle attività di movimentazione e spedizione delle merci».
Anche nel vostro settore ricerca e innovazione costituiscono delle leve di crescita. In che modo declinate questi concetti?
«Per DHL la ricerca e l’innovazione sono driver di crescita fondamentali. Le fasi di consegna di un pacco sono scandite dall’intervento massivo di nuove tecnologie che garantiscono velocità, precisione e tracciabilità di ogni spostamento. Alla base di questa innovazione, accanto alla rete fisica di persone, mezzi e basi logistiche, c’è una piattaforma informatica, complessa e indispensabile, attraverso la quale le spedizioni vengono monitorate. Molte di queste operazioni sono, oltretutto, visibili ai cliente, con cui dialoghiamo attraverso un call center che si basa su tecnologie molto avanzate, come chatbot. I nostri magazzini sono altamente automatizzati, e le merci vengono gestite attraverso apparecchiature di scannerizzazione sofisticate. Una App molto avanzata, per cui siamo stati premiati all’ultima edizione di Smau, è in grado di verificare il tipo di carico di ogni trasporto e definire la rotta ottimale per le consegne, percorso che si aggiorna e si modifica man mano che i recapiti procedono. E tante nuove frontiere intendiamo raggiungere. Ad esempio, è in fase di studio un sistema di lettura dei codici a barre attraverso occhiali speciali».
Per finire, che tipo di auspicio vuole rivolgere alla Fondazione Telethon?
«All’inizio ho citato la nostra vision, “connecting people, improving lives”. Ecco, spero proprio che Telethon possa raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e costruttivi nella lotta alle malattie genetiche, per fare in modo che la vita di tante persone possa migliorare sensibilmente, quella dei pazienti e delle loro famiglie. E, parallelamente, spero che questi progetti di ricerca possano contare su un numero sempre più ampio di collaborazioni, come la nostra, che proseguiremo anche in futuro».