Spiega Carolina Carosio, presidente di Fenagifar: «Intendiamo dare un contributo tangibile alla missione della Fondazione nella lotta contro le malattie genetiche rare».
Il futuro è dei giovani, recita un vecchio adagio, anche se oggi i confini anagrafici tra le generazioni sono sempre più sfumati. Tant’è, ma è incoraggiante riscontrare l’impegno di nuovi professionisti nel sostenere la ricerca scientifica, soprattutto se di questa ricerca sono in qualche modo co-protagonisti. È il caso di Fenagifar, la Federazione Nazionale Associazioni Giovani Farmacisti, che ha scelto da qualche tempo di sostenere l’attività e i progetti di Fondazione Telethon attraverso la capillare rete territoriale delle oltre 50 associazioni (Agifar) che ne fanno parte. «Effettivamente l’età è un prerequisito per iscriversi alle nostre associazioni - sottolinea Carolina Carosio, presidente di Fenagifar - non oltre i 37 anni, e anche per questo la Federazione funge da collegamento tra mondo universitario e quello professionale».
La vostra è un’organizzazione molto attiva sul territorio grazie anche alla sua distribuzione geografica
Esatto, ed è alla capacità di coinvolgere il territorio e i tanti interlocutori che vi risiedono che affidiamo la riuscita dei nostri eventi e anche delle iniziative formative, che sono fonte di sensibilizzazione sul tema delle malattie genetiche rare e occasione di raccolta fondi per i progetti di Fondazione Telethon.
Per dei giovani farmacisti la prossimità con la ricerca scientifica è importante
Fondamentale direi. E ancora più decisivo è il contatto diretto con chi può testimoniare la propria esperienza diretta accanto a persone che affrontano con forza la propria sfida contro le malattie genetiche rare. Noi intendiamo dare un contributo tangibile a questa missione, anche perché rappresentiamo il primo front office territoriale rispetto alle famiglie e ai diretti interessati, ed è quindi importate acquisire consapevolezza, umana e professionale, rispetto a certe situazioni e mantenere un atteggiamento di empatia con tutti, oltre che di fiducia e prossimità, fattori alla base dell’atto professionale stesso.
E poi c’è il sostegno a Telethon. Come avete deciso di accostarvi alla Fondazione?
Per prima cosa voglio manifestare tutto il nostro orgoglio di collaborare con una istituzione scientifica come Fondazione Telethon che rappresenta un punto di riferimento d’eccellenza nel campo della ricerca a livello internazionale. Questa collaborazione, oltre a contribuire alla nostra crescita professionale, ci permette di sostenere i tanti progetti della Fondazione, con particolare riferimento, per quanto riguarda questo recente affiancamento, al parkinsionismo giovanile recessivo, i cui risultati di ricerca potrebbero avere un impatto anche sulla conoscenza della malattia di Parkinson, dalla maggiore incidenza e che presenta alcuni meccanismi patologici in comune con la forma genetica della patologia.
Come avviene la raccolta fondi?
Abbiamo riproposto un format che ha già dato buoni frutti in passato. Ovviamente facciamo molto affidamento sulle numerose iniziative ludiche e di formazione residenziale che vengono promosse dalle associazioni territoriali, nel corso delle quali vengono sensibilizzati i partecipanti a sostenere la ricerca scientifica. Contiamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti già per questo prossimo mese di novembre, anche a fronte di un evento di Roma del 19, prevedendo la conclusione di questa fase di collaborazione e raccolta fondi per Telethon il 31 dicembre 2022.
Vista la reciproca soddisfazione mi sembra di capire che vorrete proseguire in questa collaborazione
Ritengo che ci siano tutte le migliori premesse, e anche evidenze, perché questa preziosa relazione possa proseguire. Siamo molto impegnati, come Federazione ma anche come singoli e giovani professionisti, ad affermare una cultura della ricerca e della consapevolezza scientifica che vorremo proseguire, sia al nostro interno sia nei confronti dei nostri principali referenti, che poi sono tutti i cittadini. Telethon è un punto di riferimento imprescindibile, e siamo sicuri che le prospettive di fare bene, e insieme, siano tante e tutte da percorrere.