Simonetta Viscusi, responsabile della Comunicazione Istituzionale della Banca, racconta l’evoluzione della partnership con la Fondazione.

Simonetta Viscusi responsabile della Comunicazione Istituzionale di Findomestic Banca

Sentirsi “famiglia”: è questo l’effetto che molti amici di Telethon avvertono dopo aver deciso di assumere un ruolo attivo per sostenere la ricerca scientifica contro le malattie genetiche. Ci si conosce meglio, ci si ritrova simili sotto il profilo dell’entusiasmo e del coraggio con cui si accettano e si affrontano nuove sfide, ci si misura su terreni valoriali comuni, ci si ritrova uniti in termini di impegno a favore del benessere della collettività. È ciò che è successo anche a Findomestic Banca, che ha scelto già da qualche anno di destinare sforzi, disponibilità e tempo per far sì che la ricerca abbia a disposizione nuove risorse per procedere, così, più speditamente verso i traguardi terapeutici auspicati. Ne abbiamo parlato con Simonetta Viscusi, responsabile Comunicazione Istituzionale della Banca.  

Findomestic è al fianco di Fondazione Telethon dal 2013. Come si è evoluta, nel tempo, questa collaborazione e come pensate possa ulteriormente trasformarsi in futuro?

«Non riesco a ricordare esattamente i primi passi di questa collaborazione perché all’epoca rivestivo un ruolo diverso. Questa mia riflessione rende manifesta, però, la principale differenza tra l’inizio di questa bella avventura al fianco di Telethon e come si è evoluta nel tempo fino ad oggi, ovvero la partecipazione di tutti noi dipendenti. Telethon è un brand molto forte, che si porta dietro tutto un insieme di valori ai quali la comunità dei dipendenti Findomestic aderisce con passione e piena partecipazione. Insomma, è proprio una “cosa che ci riguarda”». 

Findomestic fa parte del Gruppo Bnp Paribas, quindi in qualche modo porta iscritto il rapporto con Telethon nel proprio codice genetico. In cosa si differenzia il vostro contributo dalla “casa madre”?

«A Bnp Paribas siamo certamente grati perché è grazie al Gruppo che siamo entrati in contatto con Telethon. Oggi però, come dicevo prima, la sentiamo profondamente “nostra”. C’è da dire che Bnp Paribas è presente in Italia con oltre 20 società diverse e non è sempre facile coordinarsi, anche perché ognuna di queste opera in campi diversi. Però su Telethon condividiamo una perfetta identità di vedute, e il fatto di non voler fare “cose diverse” lo ritengo un grande punto di forza».

Come viene vissuta, all’interno dell’azienda, questa collaborazione?

«C’è una grande partecipazione, che porta anche alla nascita di iniziative spontanee di raccolta fondi. Si tratta di attività molto “personali”, cioè si svolgono all’interno della comunità dei dipendenti ma nascono e vengono portate avanti senza che sia “l’Azienda” a dettare i tempi».

Voi vi occupate di credito al consumo, quindi di erogare un sostegno alla realizzazione di progetti, o desideri, che per molte persone risultano essenziali. In qualche modo, sia voi che Fondazione Telethon, su versanti molto diversi, intervenite per migliorare la qualità di vita di molte persone.

«Su un aspetto siamo abbastanza diversi, perché Findomestic ha scelto la strada del Credito Responsabile e questo vuol dire che sostiene solo progetti che abbiano tutti i presupposti per essere “sostenibili”. Telethon invece ha una missione diversa e più ambiziosa, perché sostiene sfide che sembrano impossibili: li ammiriamo molto! È però vero che abbiamo più di qualcosa in comune, certamente la passione e la convinzione che mettiamo entrambi in campo».

Lei personalmente è intervenuta spesso, nel corso delle maratone, per testimoniare la presenza di Findomestic al fianco di Telethon. Quali emozioni le regala questa partecipazione e quanto è importante dare un volto e una voce a chi agisce in maniera solidale?

«Emozioni è proprio la parola giusta: per me la partecipazione alla maratona televisiva è sempre stata un’esperienza molto coinvolgente ed emozionante. Non ho vissuto l’ansia della diretta, anzi questo aspetto (quello di essere in diretta Tv) un poco si perde perché è molto tangibile il senso di partecipazione a qualcosa di più grande. È chiaro che bisogna saper vivere questa esperienza nel modo corretto: si partecipa non per sé stessi ma per una causa molto più grande, quella di Telethon».

Qual è l’augurio che lei, e Findomestic, volete rivolgere alla Fondazione Telethon?

«Di conservare lo stesso entusiasmo di oggi e di riuscire ad estenderlo al maggior numero di persone possibili, anche al di fuori del momento magico della maratona televisiva. E, logicamente, di trovare nuove ed efficaci cure a malattie che oggi sembrano essere “invincibili”. Ma Telethon ci ha abituato a grandi successi, e noi continueremo ad essere sostenitori e grandi tifosi. Forza Telethon!».

Il tuo browser non è più supportato da Microsoft, esegui l'upgrade a Microsoft Edge per visualizzare il sito.