Il Mercato Centrale. Nel centro di Firenze nasce, nel 2014, un’idea commerciale innovativa che riporta all’antico splendore una parte dello storico mercato di San Lorenzo, offrendo ad artigiani e cultori della eccellente eredità culinaria italiana di incontrarsi in uno splendido spazio.
Il Mercato Centrale approda successivamente anche a Roma, nella prestigiosa Ala Mazzoniana della Stazione Termini. Un mondo di gusto e tradizione che di recente ha deciso di sostenere la ricerca scientifica offrendo un prezioso contributo legato all'acquisto dei suoi piatti “Magnifici”, con un fitto programma di iniziative ed eventi che animeranno gli spazi di Firenze e Roma fino alla fine dell'anno, come i laboratori della Scuola di Cucina Lorenzo De' Medici del Mercato Centrale di Firenze.
A raccontarci con maggiori particolari l’iniziativa è Valentina Fioravanti, marketing manager della società.
Il Mercato Centrale, presente a Firenze e Roma, propone una formula di consumo eno-gastronomico sulla falsariga della tradizione dei mercati rionali italiani, dove da sempre si coniugano varietà, freschezza e creatività. Come nasce questa idea?
«L’idea, nata nel 2014, ha portato alla nascita del Mercato Centrale Firenze con l’obiettivo di riportare gli artigiani in primo piano e al contempo restituire spazi importanti della città ai suoi cittadini. È stato così riqualificato un luogo rimasto deserto per anni, il primo piano del Mercato di San Lorenzo nel cuore di Firenze, oggi visitato quotidianamente da migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Le botteghe degli artigiani sono il cuore del progetto ed ogni giorno mettono a disposizione di tutti la loro esperienza e i loro prodotti genuini. Nel 2016 è stata “contagiata” anche Roma, e con ottimi risultati. I romani e le migliaia di persone che passano ogni giorno dalla stazione Termini possono ammirare nuovamente la bellezza della Cappa Mazzoniana e al contempo gustare i migliori prodotti della tradizione locale e non solo. A tutto questo il Mercato aggiunge le tante iniziative culturali di ogni tipo, gratuite e aperte al pubblico, organizzate in sinergia con enti, istituzioni e associazioni del territorio. Il Mercato torna quindi alla sua funzione originaria diventano un centro di scambio, incontro e aggregazione in cui cibo e cultura si fondono e dove l’esperienza è sempre diversa, grazie anche ai tanti progetti portati avanti come le iniziative a scopo benefico».
Com’è successo che l’artigianalità e il gusto della vostra proposta abbia incontrato la Fondazione Telethon?
In questo caso, quello di bontà è un concetto che si ricollega proprio all’idea di fare del bene, unirsi a supporto di una causa preziosa. Quest’unione avviene, di fatto, anche all’interno del Mercato stesso per dare il contributo ad una buona causa: gli artigiani di Roma e Firenze hanno unito le loro forze per Telethon e messo a disposizione i loro prodotti per creare dei piatti speciali, i Magnifici, nati dall’unione degli ingredienti di più artigiani. Per ogni Magnifico acquistato, il Mercato devolverà 50 centesimi a supporto di Fondazione Telethon. A Firenze, inoltre, sono stati pensati dei laboratori di cucina, per grandi e piccini, in cui il supporto alla Fondazione diventa anche un modo per avvicinarsi al mondo del cibo, conoscerlo e imparare qualcosa di nuovo».
Quale bilancio potete tracciare dell’esperienza di sostegno a Telethon che si è aperta lo scorso 13 luglio? Che tipo di rispondenza hanno avuto i vostri laboratori e le altre iniziative?
«Il pubblico del Mercato Centrale si è mostrato fin da subito sensibile all’argomento e la risposta è stata molto positiva. Ci auguriamo che continui così, in modo da raggiungere risultati importanti».
Se dovesse convincere il rappresentante di un’azienda ancora incerto su una possibile collaborazione con Telethon, che tipo di argomentazioni utilizzerebbe?
«Fondazione Telethon si impegna in un settore, quello della ricerca, troppo spesso sottovalutato. L’impegno e i risultati della ricerca condivisi dovrebbero bastare da soli a convincere un’azienda a collaborare con la Fondazione. È per una causa importante, che coinvolge tutti noi e può cambiare in meglio il nostro futuro ma soprattutto quello dei bambini».