Spiega la scelta Andrea Briganti, uno tra i fondatori della società e oggi suo CEO: «Anche se chi convive con una malattia genetica rara rappresenta una "minoranza", ha comunque diritto a sperare in un futuro di stabile benessere».
Alcuni fortunati rapporti nascono e crescono intorno ad una comune sensibilità verso il benessere altrui. È questo il caso dell’incontro tra Fondazione Telethon e ThinkAbout, società che ben incarna il principio secondo il quale si possa efficacemente coniugare un’attività profit con una finalità etica e sostenibile come, nel caso specifico, la lotta allo spreco alimentare. ThinkAbout ha deciso già da tempo di aderire alla mission di Telethon e oggi ha deciso di approfondire questa collaborazione sostenendo il programma «Io sto con Fondazione Telethon», promuovendo allo stesso tempo questa iniziativa presso tutte le aziende partner.
Un impegno concreto a favore della ricerca scientifica che è divento un tratto distintivo di ThinkAbout, come ci spiega Andrea Briganti, uno tra i fondatori della società e oggi suo CEO.
Dottor Briganti, ThinkAbout ha abbracciato la filosofia della lotta allo spreco alimentare e dell’economia circolare. Quando nasce e come opera ThinkAbout?
«ThinkAbout nasce con l’intento di dare vita ad una società capace di coniugare l’aspetto profit con una mission sostenibile che coinvolgesse direttamente l’universo delle aziende, luoghi dove, a nostro avviso, può mettere radici una nuova cultura dell’etica sociale. Nella sostanza, ThinkAbout offre ai dipendenti delle imprese partner di acquistare, attraverso una piattaforma di e-commerce, eccedenze di prodotti alimentari a temperatura ambiente, potendo beneficiare di prezzi ridotti in una misura che va dal 30 al 50 percento. Una modalità moderna di programmare i propri acquisti introiettando una cultura anti-spreco e contribuendo, nello stesso tempo, a sostenere la ricerca scientifica grazie al contributo che riusciamo a indirizzare a Fondazione Telethon».
Come nasce la collaborazione con Fondazione Telethon e perché avete scelto di sostenere il progetto “Io sto con Fondazione Telethon”?
«Quando abbiamo pensato a ThinkAbout è sorta spontanea l’idea di coniugare la nostra iniziativa imprenditoriale all’attività di una grande organizzazione che lotta da molti anni per affermare il principio che anche chi, come coloro i quali sono affetti da malattie genetiche rare, rappresenta una cosiddetta "minoranza" ha diritto a sperare in un futuro di stabile benessere. Noi crediamo fortemente che ogni comunità civile debba prioritariamente proteggere i più deboli e praticare senza esitazioni il principio dell’inclusione. Noi siamo particolarmente orgogliosi e onorati di questa collaborazione e intendiamo sicuramente rafforzarne le fondamenta».
Quali punti in comune rilevate che consentono un dialogo proficuo con Fondazione Telethon?
«Sicuramente condividiamo l’intento di correggere alcune evidenti distorsioni, o inefficienze, di una società che a volte sembra distratta rispetto ad alcune problematiche di tipo sociale, economico e anche ambientale. Quando si parla di spreco alimentare, così come di malattie genetiche rare, occorre ancora completare un processo di trasformazione culturale a tutti i livelli della società affinché si affermi l’idea che certe criticità debbano essere affrontate e risolte con il contributo di tutti. Il diritto alla salute è universale e inalienabile, e non si può pensare che alcune categorie di patologie rischino di essere escluse dai percorsi di ricerca per il solo fatto che il numero delle persone che ne soffrono non raggiunge una quota ritenuta sufficiente per dedicare loro i necessari investimenti».
Come viene vissuta, all’interno e all’esterno dell’azienda, la collaborazione con Telethon?
«In entrambi i casi con estremo entusiasmo. Le aziende partner sono convinte, con noi, che essere tra le imprese del programma “Io sto con Fondazione Telethon” rappresenti, come detto, un motivo di grande orgoglio e un richiamo alla serietà e alla grande competenza scientifica di una delle principali organizzazioni di ricerca a livello internazionale. All’interno, del resto, si percepisce forte il senso di condivisione valoriale che questa esperienza genera tra tutti i nostri collaboratori, e quanto questa collaborazione contribuisca a consolidare l’idea di appartenere ad un nucleo che, sia sul versante dell’attività professionale che su quello del sostegno solidale, si batte per cambiare in meglio la società».
Come pensate possa evolvere il rapporto con Fondazione Telethon?
«Sicuramente in direzione di un sempre più profondo coinvolgimento delle aziende partner e dell’ampliamento del loro e del nostro contributo a sostegno della ricerca scientifica. La nostra è stata da subito una scelta consapevole e oggi, alla luce dei risultati raggiunti, siamo sempre più consapevoli che stare con la ricerca scientifica è cruciale per la salute di tutti».
Sostenibilità tangibile e verificabile. Si ha spesso la sensazione che molte organizzazioni scelgano la via dell’impegno sociale con “leggerezza”, il vostro messaggio invece parla di concretezza. Quale idea di etica sociale proponete?
«L’idea di etica sociale che proponiamo potremmo definirla olistica e trasversale. Implica quindi una visione a 360° della società, dove ogni impegno deve essere necessariamente condiviso e ognuno è collettivamente responsabile per gli altri. Crediamo in un processo di assunzione di consapevolezza diffusa rispetto alle cose che si possono fare concretamente per migliorare l’ambiente in cui viviamo a beneficio di tutti. Noi procediamo in questo solco insieme alle aziende nostre partner che possono essere luoghi dove far emergere, e correggere, gli impatti sociali frutto delle scelte di ognuno di noi. Un intento che perseguiamo inoltre rinnovando ogni giorno il nostro patto a favore della vita con Fondazione Telethon».