Cristina Sobacchi, del Cnr e di Humanitas Research Hospital di Milano, ha ottenuto il finanziamento per un progetto che parte da studi su una rarissima malattia genetica dello scheletro.
Il primo passo fondamentale per sviluppare farmaci antivirali mirati è la conoscenza precisa dei meccanismi con i quali un virus interagisce con le sue cellule bersaglio. Nel caso di Sars-CoV-2, che è un virus nuovo, comparso sulla scena mondiale da un anno soltanto, queste conoscenze sono ancora lacunose ed è proprio su questi aspetti che intende far luce uno dei quattro progetti vincitori del Bando che Fondazione Telethon ha dedicato alla ricerca su Covid-19 fatta a partire da studi su malattie genetiche rare.
Il progetto in questione è quello presentato da Cristina Sobacchi dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr e di Humanitas Research Hospital di Milano, che da anni, anche grazie ad altri finanziamenti Telethon, si occupa di fisiopatologia del tessuto osseo e delle basi genetiche di malattie scheletriche rare come l’osteopetrosi e, più di recente, la rarissima disostosi acro-fronto-facio-nasale di tipo 1. «Proprio in questa malattia, descritta finora in quattro famiglie in tutto il mondo, può essere coinvolto un gene chiamato NBAS, codificante per una proteina che prende parte a due processi importanti per il normale funzionamento delle cellule, e che risulta alterato anche in altre malattie genetiche rare. Un primo punto di legame con Covid-19 è il fatto che i risultati di alcuni studi hanno mostrato come Sars-CoV-2 interagisca con una molecola coinvolta negli stessi processi ai quali partecipa NBAS» spiega Sobacchi. Non solo: «A far pensare a una possibile interazione tra il virus e questi meccanismi c’è anche il fatto che in diversi pazienti con mutazioni NBAS, indipendentemente dalla malattia genetica associata, sono state riscontrate frequenti infezioni polmonari di origine virale».
Il punto è che, per moltiplicarsi, i virus devono utilizzare a proprio vantaggio vari processi cellulari e sembra proprio che questo accada per Sars-CoV-2 e i due meccanismi nei quali è coinvolto NBAS. Il primo è un processo dal nome difficile (decadimento mediato da nonsenso) che ha il compito di riconoscere molecole di RNA e distruggerle sia per eliminare quelle eventualmente difettose sia come sistema di regolazione dei livelli di espressione dei geni. «Il processo è rilevante per i virus a RNA, come Sars-CoV-2, perché anche il loro RNA può essere riconosciuto e degradato da questo sistema, per cui i virus devono trovare il modo di sfuggirvi» chiarisce Sobacchi. Il secondo processo ha invece a che fare con meccanismi di trasporto intracellulare di proteine attraverso due compartimenti specializzati: l’apparato di Golgi e il reticolo endoplasmatico. «In questo caso è possibile che l’interazione riguardi l’assemblaggio di proteine virali per costituire nuovi virus».
Sobacchi ritiene che studiando questa proteina attraverso tecnologie genomiche e cellulari si possano chiarire meglio sia alcuni meccanismi dell’infezione da parte di Sars-CoV-2 - la cui conoscenza potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche - sia meccanismi propri delle malattie genetiche causate da mutazioni del gene NBAS, che per esempio possono portare a maggiore suscettibilità a polmoniti virali. Il progetto sarà svolto in collaborazione con il gruppo di Guido Poli dell’Ospedale San Raffaele di Milano.