Chi ha avuto la fortuna di “correre” una maratona Telethon dall’interno di una agenzia Bnl Bnp Paribas, sarà rimasto colpito del moto di autentica partecipazione che anima tutto il personale in quei giorni. Dopo oltre 26 anni dall’avvio di una collaborazione divenuta sodalizio, quel senso di identificazione è una realtà consolidata diffusamente.
Ce lo conferma anche Maurizio Lupo, responsabile dell’Ufficio Change Management e Network Transformation dell’istituto bancario.
Che nesso esiste tra la struttura che lei coordina e l’impegno di Bnl-Bnp Paribas nei confronti della Fondazione Telethon?
«Il mio ufficio abbina la gestione e l’evoluzione della rete fisica delle agenzie della banca con il cambiamento dei comportamenti e del modo di rivolgersi al mercato. Da 26 anni a questa parte tutti gli operatori della banca incarnano un pezzo fondamentale del modo in cui l’istituto vive il rapporto con Telethon e, parallelamente, come questa partecipazione si proietta nella relazione tra la banca e il mondo esterno. Per questo abbiamo voluto mantenere all’interno di questa struttura la gestione del progetto Telethon. Mi piace definirlo “progetto” perché è la modalità narrativa con cui continuiamo a trasmettere il valore di questa partnership all’interno dell’istituto. Ad un progetto si contribuisce, in un progetto si assume un ruolo attivo».
Un progetto che ha implicato, inoltre, una prospettiva in divenire, sin dall’inizio del rapporto tra Bnl e Telethon, giusto?
«Giusto. In principio era solo una maratona svolta in un weekend mentre oggi viviamo Telethon, e i suoi sforzi per far avanzare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare tutti i giorni dell’anno. Siamo partiti organizzando ad Udine una corsa per sostenere la Fondazione, la staffetta Telethon 24, e oggi questa stessa esperienza è stata replicata con successo a Palermo e Roma. Il tutto si completa con la vendita dei biscotti o del Cuore di cioccolato, perché occorre proporre anche qualcosa di tangibile, che sia più facile da raccontare e bello da scambiare. Sono questi i puntelli intorno ai quali cerchiamo di unire la partecipazione delle persone di Bnl nei confronti di Telethon».
Un impegno per far crescere le adesioni e la partecipazione anche all’esterno della banca?
«Certo: più i dipendenti aderiscono al progetto più i loro interlocutori, che siano persone o aziende, vengono resi partecipi del nostro impegno. Un coinvolgimento che noi proponiamo anche all’esterno. Ad esempio, ad ogni operazione di prelievo i nostri bancomat propongono una donazione volontaria per Fondazione Telethon. È la goccia che scava la pietra. ci piace raccontare la vicinanza e a prescindere dalla scelta di sostenere o meno la ricerca, e nonostante molti lo facciano, anche in questo modo ci piace manifestare la nostra vicinanza alla Fondazione».
Come è percepita Telethon all’interno di Bnl?
«È un modo speciale di rapportarci con il mondo esterno. Negli oltre 26 anni trascorsi il prestigio scientifico di Telethon si è accresciuto esponenzialmente, e noi ci sentiamo parte di questa affermazione di cui condividiamo profondamente il principio portante: provare a combattere per risolvere problemi».
Progetti in corso o futuri che la sua area dedica a Telethon?
«La Roma Appia Run dedicata a Telethon ha fatto numeri impressionanti. Colpisce sempre il numero elevato di partecipanti ad un evento sportivo quando è abbinato ad una causa importante. E poi tante iniziative culturali spontanee, come lo spettacolo che si svolge regolarmente al teatro Petruzzelli ad opera dei nostri colleghi di Bari, e per i quali la volontà individuale è fondamentale. Non posso dimenticare ovviamente gli internazionali di tennis di Roma, durante i quali allestiamo l’ormai famoso club dei partner di Telethon, il risultato dello sforzo che Bnl Bnp Paribas compie per avvicinare le proprie controparti corporate al mondo di Fondazione Telethon, promuovendo la possibilità di veder aumentare il contributo destinato alla ricerca. Potrei definirlo un movimento continuo che vede protagonisti tutti, nessuno escluso, con la forza e la passione che in questi anni ci hanno sostenuti».