Un’azienda con filiali dislocate su tutto il territorio nazionale che ha avviato al lavoro circa duecentomila persone. È Tempor SpA, una delle prime società autorizzate nel settore della fornitura di lavoro interinale e impegnata anche nella solidarietà, sostenendo la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare di Fondazione Telethon. Abbiamo intervistato, Francesco Gordiani, amministratore delegato della società.
Come nasce la vostra collaborazione con Fondazione Telethon?
«Ormai è dal 2013 che collaboriamo con la Fondazione perché un nostro dipendente ha avuto un figlio con la distrofia muscolare di Duchenne, e da lì è nata l’idea della collaborazione. Per alcuni anni abbiamo devoluto alla ricerca Telethon quello che avremmo dovuto spendere in omaggi natalizi. Quest’anno abbiamo messo in piedi alcune iniziative: da una parte una quota del fatturato verrà devoluta a Telethon, dall’altra il nostro personale ha potuto donare un’ora o più di lavoro per partecipare direttamente alla raccolta. Tutto questo ha portato a più iniziative tra le quali la sponsorizzazione del concerto dei Dire Straits Legacy a maggio scorso, a Milano, con l’intero incasso devoluto a Telethon per un totale di 60 mila euro».
Tempor è un’azienda che si occupa di personale che cerca lavoro, avete a che fare proprio con le persone…
«Esattamente. Siamo gli intermediari tra chi richiede manodopera e chi la offre, conciliamo dunque le due “facce” di una medaglia: offriamo alle aziende la possibilità di utilizzare personale in maniera “flessibile” e un’opportunità per entrare nel mondo produttivo a chi cerca lavoro».
In questo periodo di grande crisi, e avendo a che fare con persone che spesso sono in uno stato di necessità lavorativa, la risposta a una richiesta di contribuzione per la causa di Telethon incontra difficoltà?
«No, devo dire che c’è stata un’adesione importante fin da subito, ed è questo l’aspetto che mi fa piacere mettere in evidenza».
Quanto è importante per un’azienda come la vostra dare espressione alla propria “responsabilità sociale”?
«È importante per tutte le aziende ma, in particolare, per un’azienda come la nostra, che ha come core business quello di gestire personale, anche in situazioni di particolare difficoltà: non possiamo prescindere dal mero rapporto di lavoro con quella che è la cura e l’attenzione alle persone. Quando il personale gestito da noi, e sono circa 9mila dipendenti al mese, risponde con la stessa attenzione alle nostre iniziative, ci ripaga di questo nostro modo di pensare e di questo modo di “fare impresa”».
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