Dice Roberta, mamma della bimba nata con la sindrome del Gene ADNP: «Desidero che Fondazione Telethon trovi una cura. Sono una sognatrice? Bisogna esserlo! Se non avessimo sognatori, non avremmo progresso».
Questa è una storia fatta di doni e il più importante ha un nome di bimba: Camilla. Camilla è come un piccolo albero che ha vinto le tempeste, e quest’anno ha compiuto i suoi 8 anni. «La nascita di Camilla è stata un miracolo!», racconta la mamma Roberta, a cui i medici avevano dato pochissime chances di poter avere figli. «Era quasi impossibile che io riuscissi ad avere figli, e invece è arrivata lei! Camilla è una bambina testarda, e forse lo è stata anche nel suo desiderio di nascere».
Da quel giorno, il 9 ottobre 2014, per Roberta e suo marito Francesco, il compleanno della loro bimba è sempre stata una data da celebrare, ma è solo quest’anno, nel 2022, che Camilla è riuscita a goderlo appieno. «Gli altri anni - racconta Roberta - Camilla piangeva e le dava fastidio il caos della festa. Quest’anno invece è stato meraviglioso, è voluta stare al centro dell’attenzione, mi ha fatto cantare continuamente “Tanti auguri” e ha voluto spegnere mille volte le candeline».
Quest’anno qualcosa è cambiato ed anche questo è un dono che si chiama diagnosi, arrivata dopo un lungo percorso iniziato quando Camilla aveva appena dieci mesi. Roberta e papà Francesco notano che la bimba non riesce a tenere il capo dritto, non gattona e mostra una dentizione precoce, tanto che a un anno sono già spuntati tutti i dentini. Iniziano tutti i possibili controlli, e si sospetta una sindrome genetica rara che però resta senza nome, perché tutti i test effettuati su possibili patologie risultano negativi.
Solo il 16 aprile del 2021, grazie al Programma malattie senza diagnosi dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Pozzuoli, arriva finalmente un nome e una certezza: Camilla è nata con la sindrome del Gene ADNP, una malattia genetica rara che comporta ritardo dello sviluppo globale, difficoltà nel linguaggio, epilessia, problemi motori e della vista, eruzione precoce dei denti e caratteristiche tipiche dell’autismo. Una diagnosi possibile grazie a Fondazione Telethon che porta avanti il Programma senza diagnosi per dare una possibilità di “uscire dal buio” a tutti quei bambini che, come Camilla, sono affetti da patologie rarissime e sconosciute.
«Il momento in cui abbiamo avuto la diagnosi - racconta Roberta - è stato liberatorio, perché dopo averla ammortizzata, abbiamo iniziato a capire come comportarci». I medici, infatti, spiegano a mamma e papà che oggi non c’è una cura e non si conoscono persone adulte alle quali fare riferimento, perché la malattia è stata scoperta solo nel 2014 ed è per questo che c’è ancora molto da fare. Mai come in questi casi la risposta è nella ricerca scientifica che permette a tanti bambini di diventare grandi, un compleanno dopo l’altro, raggiungendo piccoli e grandi traguardi.
Con questo stesso obiettivo Roberta ha scelto di sostenere Telethon come volontaria, e con il supporto della Fondazione, a Febbraio 2022, insieme ad altri genitori, ha creato una associazione rivolta ai bambini nati con questa patologia rara.
«Desidero che Telethon trovi una cura, è quello che chiedo alla Fondazione. Sono una sognatrice? Bisogna esserlo! Se non avessimo sognatori, non avremmo progresso». Un obiettivo importante che Fondazione Telethon non dimentica lavorando per permettere progresso e progressi, come quelli che grazie alle terapie sono stati possibili per Camilla: «Fa terapia ABA che la stimola nell'espressione e nella socializzazione e attività in piscina - racconta Roberta - ed è una sorpresa tutti i giorni. A Napoli si dice “figlio muto, mamma intende”, e anche se lei non riesce ad esprimersi bene, la sento serena. Camilla conosce i suoi limiti, ma cerca di dare sempre il meglio di sé. Se non riesce a pronunciare una parola, la ripete da sola all’infinito fin quando non ci riesce. È testarda ed è il suo punto di forza…».
Oggi la bimba va a scuola con gioia, ha compagni di classe che la coinvolgono nei giochi, la aiutano a salire e scendere le scale e la coccolano tantissimo. Ma la cosa che ama di più è l’acqua, perché quando entra in piscina sente la leggerezza del muoversi liberamente, e Roberta la vede felice come vorrebbe vederla in futuro: «Lo scopo della mia vita è vedere Camilla felice e la ringrazio ogni giorno perché ci ha donato il senso della vita».