Fibrosi cistica: stare a casa contro il Coronavirus secondo Francesco e Costantino

Francesco e Costantino restano a casa perché la loro malattia genetica rara, la fibrosi cistica, è un nemico ancora più pericoloso a causa della diffusione del Coronavirus. Ma con il dono dell'allegria riescono ad affrontare tutto.

Fare i compiti, fare i biscotti o giocare a Monopoli. Ecco le tre cose da fare a casa in questi giorni di emergenza da Covid-19. A suggerircelo sono due dolci bimbi, Francesco e Costantino, che affrontano la fibrosi cistica, una patologia caratterizzata proprio da problemi a carico dell’apparato respiratorio.

Come tanti pazienti con una malattia genetica rara, anche per loro il monito di restare a casa è ancora più importante.

Francesco e Costantino, due gemellini con la fibrosi cistica

Ma insieme a mamma Sara e a papà Donato le giornate scorrono più serene, nonostante la presenza del virus abbia complicato ulteriormente la complessa routine dei due bambini: oltre alle terapie standard che sono costretti a seguire ogni giorno, Francesco e Costantino stanno seguendo tre nuovi trattamenti terapeutici contro la fibrosi cistica. In questo periodo di emergenza sanitaria da Coronavirus, si sta riscoprendo l’importanza di mascherine, guanti e pratiche di igienizzazione più comuni. Ma mamma Sara le conosce già perché la malattia dei suoi figli le impone una giornata piene di accortezze, in cui disinfettare tutto è la parola d’ordine per evitare che virus e germi compromettano lo stato di salute precario dei due bimbi.

Il Covid-19 può portare a polmoniti, anche molti gravi, ma chi ha la fibrosi cistica come loro già soffre di problemi respiratori: per questo Francesco e Costantino praticano ogni giorno una terapia respiratoria e l’aerosol contro bronchiti e batteri.

Per i due bimbi l’ideale sarebbe poi stare all’aria aperta, fare sport, perché il movimento aiuta la terapia. Ma la regola ora è restare a casa.

Nonostante questo, Francesco e Costantino non si perdono d’animo, mantengono quel dono dell'allegria che li rende più forti. Anche la loro famiglia è forte e si stringe come una rete di protezione intorno a loro. Il loro videomessaggio ci dimostra che insieme possiamo affrontare la paura, senza dimenticare quelle buone norme di comportamento che diventano tanto più importanti per chi affronta una malattia genetica rara come loro.

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