Quando si decide di far procedere la propria esistenza lungo le direttrici della solidarietà e dell’altruismo è comprensibile desiderare che questo tracciato possa proseguire all’infinito, oltre ogni umana esperienza. Il lascito può darci, in questa prospettiva, serenità e gioia di vivere, anche quando gli inevitabili dispiaceri intervengono a rompere equilibri che si pensava fossero inamovibili.
Lina era così, almeno questo ci raccontano i suoi concittadini e amici. Viveva sola, dopo che le persone più importanti della sua vita, il marito Gianni e la sorella Maria erano venuti a mancare. A Roccavignale, il paese della Val Bormida, in provincia di Savona, abitava un po’ defilata nella casa della frazione Cuccagna, ma nonostante questo conosceva tutti e tutti conoscevano lei. Lina era calabrese e forse delle sue origini meridionali conservava quella spontanea ospitalità che rivolgeva anche verso chi conosceva poco o fosse capitato per caso in quella località un po’ nascosta agli occhi del mondo.
A lei il mondo interessava, e la sua finestra aperta su ciò che accadeva al di fuori di Cuccagna era la televisione sempre accesa, con lo sguardo sempre rivolto verso un orizzonte lontano. Una lungimiranza che la portava a festeggiare ogni nuova nascita a Roccavignale con un regalo sia al neonato che ai suoi genitori. Non era abbiente Lina, ma quel poco che aveva riusciva a “moltiplicarlo”.
È facile spiegarsi perché una persona come lei abbia desiderato di voler alimentare questo circolo di solidarietà anche oltre la vita terrena, scegliendo Fondazione Telethon come beneficiario nel proprio testamento. Il lascito le sarà apparso il modo migliore per realizzare il suo progetto, per far fruttare la propria generosità, oltre lei stessa. Così come Lina, molte persone decidono di dare in qualche modo seguito ad una consuetudine, come la donazione, che li ha caratterizzati nel corso della vita, stabilendo volontariamente di condividere il tanto o il poco che si è messo da parte in una vita di lavoro con chi è stato meno fortunato, grazie al lascito. Questo desiderio nasce dalle motivazioni più disparate.
Spesso una decisione simile è frutto di un’esperienza personale, quando si conosce direttamente la malattia e si vuole consentire alla ricerca di proseguire nella complessa corsa al conseguimento di una terapia efficace. Ma non mancano i casi in cui l’estrema fiducia che si nutre nel progresso, in generale, e nella ricerca in particolare sia il vero motore di un gesto così importante.
Il lascito testamentario diventa un incitamento alla vita, come abbiamo detto sin dall’inizio, il coronamento di un’aspirazione che abbraccia chi avrà sempre bisogno di un supporto, ma anche un gesto di grande civiltà, che non esclude nessuno ma che allarga il cerchio degli affetti.
Scegliere di fare un lascito testamentario a Telethon è un atto di amore volto a costruire un futuro migliore per tutti bambini con una malattia genetica rara, in attesa di una cura. Per maggiori informazioni e per ricevere gratuitamente direttamente a casa la guida scrivi a [email protected] o chiama lo 06 44015379.