«“Casa” è ogni luogo in cui ho vissuto. Oggi Paese ha tanto da offrire e spero di aver tratto il massimo da ogni posto in cui ho avuto la fortuna di capitare». Anna Kajaste-Rudnitski, nata in Finlandia, oggi sta bene a Milano, dove lavora come ricercatrice. Nonostante la prima pessima impressione di una città buia, umida e piena di nebbia, Anna sceglie di restare. A Milano infatti vive dal 2006, un vero record per una che comincia a viaggiare quando era ancora in fasce: dopo i primi anni di vita in Tanzania, frequenta il liceo a Helsinki, l’università e il dottorato a Parigi. Dall’aprile 2012 è in prima linea tra le file del SR-Tiget, l'Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica, un istituto d’eccellenza dove può coltivare il sogno di fare ricerca, dove a poco poco impara l’italiano e si convince che Milano possa essere la sua nuova “casa”. Se dovesse fare un paragone con l’estero, Anna ha le idee chiare: «L’erba del vicino non è per niente più verde, ma ho capito una cosa degli italiani: siete poco fieri, poco orgogliosi di ciò che avete. Lo dico sempre ai miei amici: “Non è tutto così nero”».
Presso il SR-Tiget Anna studia le conseguenze della risposta immunitaria al trasferimento genico. Il suo lavoro - nonostante la competizione, l’impegno e le tante ore di studio – resta il più bello del mondo: «Non farei nient’altro. Se potessi scegliere qualsiasi altro mestiere, farei questo. È veramente appagante». La sua passione per la virologia deriva dal suo grande amore nella scienza. «I virus ci insegnano come funzioniamo, ci permettono di capire moltissime cose».
Prendiamo ad esempio il virus Hiv che paradossalmente consente di trasportare porzioni di geni corretti in pazienti con una malattia genetica rara: una tecnica sperimentale chiamata terapia genica, frutto di un’intuizione di Luigi Naldini, direttore dell’Istituto.