Gennaro Napolitano è un ricercatore dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli, lavora nel gruppo del direttore Andrea Ballabio e si occupa dei meccanismi molecolari che regolano il metabolismo cellulare.
«Fare il ricercatore è sempre stato un mio sogno, mi sono iscritto a Biologia proprio con la convinzione di voler fare ricerca»: una convinzione, quella di Gennaro Napolitano, che si è effettivamente concretizzata nel 2005, con la laurea in Scienze biologiche all’Università “Federico II” di Napoli, e il dottorato di ricerca in Biologia Avanzata tre anni dopo, presso l’Istituto di Genetica e Biofisica (IGB) del CNR di Napoli.
Al termine del dottorato si è trasferito negli Stati Uniti, prima all’Università della California di San Diego (UCSD) e poi al The Scripps Research Institute di La Jolla, e ha ottenuto numerosi finanziamenti da parte di enti nazionali e internazionali. Durante i cinque anni trascorsi oltreoceano si è anche sposato con Jlenia, anche lei ricercatrice, con cui ha avuto il figlio Andrea nel 2012.
«Quella negli Usa è stata una bellissima esperienza, ma sia mia moglie che io volevamo tornare almeno in Europa. L’Istituto Telethon di genetica e medicina di Napoli è stata l’opportunità perfetta: a San Diego già studiavo una malattia genetica rara, la cistinosi, che fa parte di un gruppo di malattie definite “da accumulo lisosomiale”, che vengono studiate da molto tempo al Tigem con risultati eccellenti. Spesso infatti ai congressi sentivo parlare dei risultati ottenuti proprio da questo istituto su argomenti simili a quelli che studiavo io.
Oggi Gennaro e la sua famiglia vivono infatti a Bacoli, un paesino sul mare che dista solo 15 minuti dal Tigem, nella sua bellissima sede di Pozzuoli all’interno del comprensorio ex-Olivetti.
Al Tigem Gennaro lavora nel gruppo del direttore Andrea Ballabio e studia come viene regolato il metabolismo cellulare, in base alla disponibilità dei nutrienti e come la regolazione di questi meccanismi possa essere alla base di specifiche malattie genetiche o viceversa sfruttato in chiave terapeutica. Dal 2016 ricopre anche la posizione di ricercatore in Genetica Medica all’Università Federico II di Napoli.