Alta e bionda, si potrebbe scambiarla per una fotomodella. Silvia Priori è, invece, una ricercatrice di livello internazionale: direttore scientifico della Fondazione Maugeri di Pavia, nel 2008 è stata chiamata oltreoceano a dirigere il dipartimento di Genetica cardiovascolare del Langone Medical Center presso l’università di New York.
Perché oggi la ricerca è sempre più interconnessa e globalizzata: di fatto i due team diretti da Silvia “dialogano” costantemente, in caccia dei segreti molecolari che fanno arrestare il cuore.
Già, perché da oltre 25 anni Silvia studia i meccanismi alla base della morte improvvisa, alterazioni del ritmo cardiaco che possono improvvisamente diventare letali. Ad avvicinarla a questi studi è stato uno svenimento galeotto quando era una specializzanda in neurologia all’Università di Pavia: durante una lezione ha perso i sensi all’improvviso, così dopo una serie di questi episodi le hanno fatto degli accertamenti neurologici, ma risultava tutto normale.
L’hanno così mandata in cardiologia, per capire se i suoi svenimenti potessero essere invece un’avvisaglia di arresto cardiaco. Non era così per fortuna, in compenso il cardiologo che l’ha seguita a un certo punto l’ha invitata a cena e… oggi è suo marito!
E il suo amore per il cervello si è trasferito ad altre cellule “elettriche”, quelle del cuore. Da allora Silvia ha dato un importante contributo al “ritratto genetico” di queste patologie, fondamentale per fare prevenzione: se identificate in tempo, infatti, si possono tenere sotto controllo con farmaci e defibrillatori.
E la più grande soddisfazione di Silvia è vedere ancora oggi in salute pazienti che ha conosciuto da neolaureata: grazie alla ricerca la mortalità associata alle aritmie ereditarie in Italia è passata dal 50% al 2%. Anche grazie a lei.