La filosofia aziendale alla base dell’azione imprenditoriale di Trops è tutta racchiusa nel suo nome: “Trops”, infatti, non è altro che il contrario di “Sport”. Una dichiarazione d’intenti che non potrebbe essere più esplicita. I suoi fondatori, infatti, hanno voluto marcare la differenza dalle origini, puntando a diventare un’insegna, nel campo della distribuzione degli articoli sportivi, avulsa dal contesto commerciale tradizionale, capace di rendere la qualità accessibile a una clientela sempre più vasta.
Carlo Giordani, presidente dell’azienda, ci racconta come è nata l’idea di organizzare “Non solo sport race” e quali percorsi lo hanno condotto all’incontro con Fondazione Telethon: «Lo sport è ed è sempre stato una scuola di vita - ci racconta - in cui si miscelano sapientemente elementi come determinazione, resistenza e impegno, oltre al rispetto che va riservato a ogni sfidante. Fatte le debite distinzioni, ci è sembrato naturale pensare che alcuni di questi fattori fossero comuni tra noi e la missione della Fondazione. Ovviamente, siamo consapevoli del divario che intercorre tra la funzione vitale svolta dalla ricerca scientifica e il risvolto sicuramente più prosaico della cultura sportiva, ma siamo anche convinti che è solo attraverso il contributo di tutti che si possono raggiungere risultati positivi, proprio come in una vera squadra».
A quale edizione è arrivata la “Non solo sport race”?
«Siamo giunti alla nona edizione, anche se con due anni di stop. Infatti, per questioni aziendali, abbiamo dovuto rinunciare all’organizzazione dell’iniziativa sia nel 2016 che nel 2017. Quest’anno abbiamo deciso di ricominciare, contando sul successo conquistato dalla competizione del 2015 che aveva raccolta ben 6.000 partecipanti. La prossima edizione si correrà, in notturna, il prossimo 2 settembre, sempre per le vie del centro di Padova, la città che ha assistito alla nascita della nostra azienda nel 1993».
A quale dinamica avete pensato per la collaborazione con Telethon?
«Abbiamo deciso di impostare una modalità molto semplice, proprio per rispondere alle prerogative di trasparenza e chiarezza che noi riteniamo essenziali quando si affrontano progetti di questa natura. L’intero ammontare della quota di iscrizione alla corsa sarà devoluta a Telethon e a una associazione oncologica. Telethon significa ricerca d’eccellenza ed è per noi un onore poter affiancare il nome della Fondazione a quello della nostra azienda».
Un coinvolgimento che si è subito diffuso anche all’interno dei punti vendita?
«Certo. Ad onore del vero, noi non percorriamo la via classica delle sponsorizzazioni sportive. Per questo, selezioniamo con cura i nostri interventi e ogni qual volta decidiamo di sostenere un progetto o un’organizzazione, lo facciamo cercando di coinvolgere tutti i nostri dipendenti. Nel caso della “Non solo sport race” molti dei nostri collaboratori si sono prestati con entusiasmo per l’organizzazione dell’evento e, nello stesso modo, hanno voluto organizzare raccolte spontanee all’interno dei punti vendita, dimostrando un coinvolgimento emotivo senza precedenti».
Pensa che l’esperienza che vi apprestate di vivere con Telethon nella prossima “Non solo sport race” possa ripetersi?
«Sicuramente. Non riteniamo che si tratti di un unicum. Stiamo già pensando alle modalità con cui poter proseguire la collaborazione con la Fondazione. È stato per noi importante avviare questo dialogo, e non avrebbe molto senso interromperlo così. È una conoscenza che vogliamo approfondire, e lo posso affermare a nome di tutto il nostro gruppo».