Le nuove vie della responsabilità sociale d’impresa contribuiscono a sgretolare vecchi tabù. Uno di questi riguarda, ad esempio, la tradizionale reticenza della grande industria manifatturiera e meccanica a rendersi disponibile a sostenere iniziative di solidarietà. Questa radicale inversione di tendenza è molto ben rappresentata dal gruppo CNH Industrial, una grande realtà internazionale cuore e creatività tutte italiane. Anche loro sono amici di Telethon, e lo hanno dimostrato nel corso degli ultimi cinque anni attivandosi per sensibilizzare soprattutto le risorse interne e riuscendoci pienamente.
Un risultato importante a favore della ricerca scientifica che ci spiega Daniela Ropolo, Head of Sustainable Development Initiatives del gruppo.
Come è avvenuto l’incontro con Telethon?
«Mi piacerebbe descriverle un percorso di approdo a questa collaborazione più complesso e ragionato, ma in realtà l’incontro con Telethon è avvenuto cinque anni fa nel modo forse più bello e costruttivo, direi quasi casualmente. Io ovviamente già conoscevo la Fondazione ma ancora non ero mai venuta in contatto con un suo rappresentante. Ciò invece è avvenuto proprio qui in azienda, su suggerimento di alcuni colleghi, e da lì siamo partiti per quello che si è rivelato un viaggio affascinante, impegnativo ma gioioso.
Come è andato strutturandosi il vostro intervento in favore di Telethon in questi anni?
«Diciamo in maniera poliedrica. Noi siamo una grande multinazionale che sotto l’ombrello CNH Industrial raggruppa molti altri brand. Sono quattro quelli che da sempre prendono parte alle iniziative che noi organizziamo in favore della ricerca scientifica: Iveco, New Holland, FPT e Case Construction. La dinamica dei nostri interventi ha coinvolto in prima battuta soprattutto i dipendenti. A loro si sono rivolte le iniziative di vendita dei cuori di cioccolato e dei biscotti di Telethon per il sostegno alla ricerca e sempre ai dipendenti delle società che ho menzionato è stata dedicata, annualmente, una grande serata di gala, che si svolge nel periodo natalizio in concomitanza con la grande maratona televisiva di Telethon. L’evento viene organizzato all’interno del CNH Industrial Village di Torino, uno spazio ristrutturato che un tempo ospitava l'officina per la revisione finale veicoli dello storico complesso Fiat Spa Stura e che oggi rappresenta un riferimento a livello internazionale per eventi, congressi ed iniziative di formazione. In particolare, mi piace ricordare l’iniziativa svolta in passato sia da Iveco che da New Holland che si sono fatte promotrici della vendita all’asta di mezzi destinando il ricavato proprio a Telethon. Un progetto di cui siamo fieri e che si inserisce nel contesto dell’iniziativa che abbiamo chiamato “andare lontano” mutuando il titolo di una bella ed efficace campagna di Telethon».
Quanto hanno contribuito queste iniziative a consolidare il senso di appartenenza dei vostri collaboratori nei confronti dell’azienda?
«Potrei dire molto, anche se non abbiamo mai proceduto ad una verifica scientifica di questo dato. Sicuramente abbiamo notato, di anno in anno, un incremento delle risultanze in termini di adesione alle iniziative di vendita dei biscotti e dei cuori, sintomo di una “fidelizzazione” dei nostri collaboratori all’iniziativa. Così come è cresciuta l’adesione alla serata di gala, che si configura anche come momento di divertimento e di condivisione conviviale. Stiamo ovviamente pensando anche alla possibilità di organizzare tipologie diverse di iniziative sempre rivolte ai dipendenti, così da rendere più eterogenea la loro partecipazione».
Cosa significa per CNH la collaborazione con Telethon?
«Sicuramente un grande privilegio, ma anche, e questo lo confesso con sincerità, un momento di visibilità per l’azienda molto costruttivo. Vivere la maratona televisiva insieme a Telethon, oltre a renderci partecipi di un grande momento di solidarietà che coinvolge l’intero paese, ci permette di riaffermare i valori in cui la nostra azienda crede e di rendere evidente questa nostra attitudine di fronte a un pubblico molto vasto. Noi siamo una grande azienda multinazionale, con interessi in tutto il mondo, e può immaginare quante richieste di intervento riceviamo quotidianamente. Alla collaborazione con Telethon teniamo particolarmente, e idealmente vorrei poterla trasferire anche all’estero, dove noi operiamo, ma per il momento non è stato possibile. Ma non demordo e spero che prima o poi anche questo ostacolo possa essere superato. Oggi siamo con Telethon in Italia, e spero che questa “amicizia” possa magari evolvere ma, comunque, prolungarsi nel tempo».
Un augurio che vuole rivolgere idealmente a Telethon?
«Andate e moltiplicatevi. Spero sinceramente che la struttura di Telethon possa articolarsi ancora di più, realizzare progetti di ricerca sempre più belli ed importanti così da restituire fiducia e sollievo a tanti pazienti affetti da malattie genetiche e alle loro famiglie. E magari, un giorno, mi piacerebbe poter essere al fianco della Fondazione anche a livello internazionale. Mai perdere la speranza, come Telethon stesso insegna».