«Ho lavorato in ambiti internazionali, per oltre 40 anni, e posso affermare con buona cognizione di causa che i livelli della ricerca condotta presso i centri legati alla Fondazione Telethon hanno raggiunto risultati di eccellenza che andrebbero maggiormente evidenziati». Giannantonio Bresciani, coordinatore per la provincia e la città di Verona dal 2004, è un chimico prestato al marketing, londinese di adozione e oggi, in pensione, rientrato all’ombra del balcone di Giulietta.
«La mia vita è stata gratificante e vissuta con soddisfazione in ambienti internazionali, occupato presso grandi multinazionali come Shell. Per molto tempo non ho preso in considerazione la possibilità di impegnarmi in attività di volontariato fino all’incontro con Lina Chiaffoni, artefice in qualche modo dell’approdo di Telethon dagli Stati Uniti all’Italia».
Attraverso Lina, Giannantonio entra prima in contatto con Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) e poi con Telethon. «Come chimico ovviamente il progresso scientifico mi ha sempre interessato, nonostante lo vivessi soprattutto da un punto di vista professionale».
Da bravo uomo di relazioni, Giannantonio ha cercato di creare un ambiente quanto più propizio alla sensibilizzazione rispetto alle attività di Telethon, tenendo presente la connotazione del territorio veronese. «Ci troviamo in un contesto di profonda industrializzazione, e per questo ho pensato fosse utile aprire un canale di dialogo con la Confindustria. Attraverso questo accordo oggi riusciamo a raggiungere molti interlocutori a cui chiedere sostegno e collaborazione».
Un’altra realtà molto importate riguarda le Pro Loco. Nella provincia di Verona esistono 7 consorzi che annoverano al loro interno una media di 15 comuni. Una rete capillare con cui il rapporto, racconta Giannantonio, è divenuto prolifico: «Lo sforzo che compiamo è quello di integrare le nostre proposte con la loro singole programmazioni. Un impegno che si traduce in un’attività costante e fruttuosa».
Anche con il Comune di Verona è andato via via definendosi un rapporto di conoscenza e collaborazione costruttiva. «Da qualche anno avviamo la maratona Telethon di dicembre all’interno della sede del Comune presso la quale invitiamo tutti i maggiori ‘alleati’ della Fondazione. La relazione è ottima anche con tutte le società partecipate dalla municipalità, come la fiera o l’aeroporto».
Qualche difficoltà in più Giannantonio la rileva rispetto all’ingaggio di nuovi volontari. «Negli ultimi 10 anni a Verona il volontariato, che ha costituito sempre un punto di forza, ha subito una trasformazione, forse anche a causa di un’organizzazione di vita che lascia meno spazio all’impegno sociale. Una tendenza che spero possa cambiare».
Accanto a Telethon, Giannantonio continua a coltivare la passione per la musica, divenuta oggi chiave di volta per raccogliere interesse e sollecitudine intorno a Telethon: «Negli anni 50, a Padova, ero universitario e appassionato di jazz. Ebbi l’idea di costituire una band. Quella formazione, a distanza di molti anni, oggi torna ad esibirsi in una serie di otto concerti, allestiti presso le altrettante circoscrizioni in cui è suddiviso il territorio di Verona, che ho organizzato grazie proprio al supporto del Comune di Verona». Un coinvolgimento, quella per il pentagramma, che Giannantonio deve aver trasmesso anche al figlio Vittorio, oggi direttore d’orchestra e considerato uno dei migliori specialisti listziani del nostro Paese. «Proprio con lui stiamo organizzando un concerto sinfonico per Telethon, durante il quale l’orchestra della Fondazione Arena eseguirà uno dei più famosi oratori proprio di Listz. Un momento da non perdere che spero contribuirà ancora di più a sostenere il nostro impegno».