La vita è fatta di scelte. Per me Fondazione Telethon è stata una scelta, l’occasione giusta, al momento giusto. Ma partiamo dall’inizio. Casa Prospero Zanchi in via Poerio è il luogo che ho cercato, riconosciuto, trasformato, perché diventasse custode di un dono che mio padre, Prospero Zanchi, mi ha inconsapevolmente affidato: il suo spirito vitale.
Mio padre era un uomo aperto, coinvolgente. Un uomo in costante movimento ed attento alla vita, propria e altrui. Un uomo che negli ultimi anni della sua vita, nonostante la stanchezza, combatteva l’idea di non poter essere parte del futuro.
Casa Prospero Zanchi ha accolto persone, pensieri, cause sociali. Ma il tempo scorre e nulla rimane immutato e il riferimento per molti cittadini milanesi e a me tanto caro, si è pian piano svuotato, di persone e quindi di senso. Immersa negli scenari che stavo immaginando perché il nostro sogno potesse continuare, ho ricordato Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon. Avevo conosciuto Francesca quando i nostri figli erano solo bambini e frequentavano la stessa scuola elementare. Da subito è nato un rapporto di amicizia e di stima reciproca e quando i nostri figli hanno raggiunto l’età per decidere il percorso di studi da intraprendere, le loro strade si sono separate e così anche
le nostre. Ma affetto e stima, come spesso accade, non vengono meno con l’allontanarsi, anche quando la vita di ciascuno sembra scorrere su binari paralleli e solo raramente hanno modo di incrociarsi.
Così eccomi qui, nel giardino di Casa Prospero Zanchi che oggi è, per mio volere, proprietà della Fondazione Telethon. Mentre scrivo, negli uffici, persone che sto imparando a conoscere stanno lavorando per dare una speranza di futuro a famiglie che sono costrette a combattere ogni giorno una lotta durissima. Una lotta che solo la Fondazione Telethon ha deciso di affrontare fianco a fianco con loro, finanziando la ricerca su malattie che altrimenti verrebbero ignorate, così come verrebbero ignorate le persone ed i bambini che ne sono afflitti.
Fiera ed orgogliosa di essere parte di un progetto che ha come obiettivo la vita. Fiera ed orgogliosa di aver permesso a mio padre, attraverso Telethon, di far parte del futuro.
Il testimone che mi ha lasciato avrà la possibilità di andare ancora molto lontano: ogni piccolo traguardo raggiunto sarà anche mio e della mia famiglia. Una possibilità che auguro a ognuno di voi, un’occasione che spero tutti possano riconoscere.